Posted 09 January 2009 by Massimo_Stefani
Hi,
I am progressing a translation into English of the following Italian account detailing the last days of the Cuneense Alpine Division 17-28 January 1943. Hoping to have it completed by the end of this month on the 66th Anniversary of the battle and final retreat of the Axis on the Don 1943. My family has personal interest in this as my Gran's brother Livio Vannucci was in the Dronero battalion of 2nd Alpini Regiment Cuneo, 4th Alpine Division Cuneense. My eldest Italian aunt said that he was always writing to Nonna (my Gran), while he was posted on the River Don front near Stalingrad... then the letters just stopped coming. No official word from the Italian Army about what happened to him, so would be great if anyone else could post further info on this particular division and especially the Dronero battalion in Russia. Anyway here is the text which I am seeking to be translated at a later date - if anyone else wishes to translate before I manage it then fine by me....
4a Divisione Alpina Cuneense
Campagna di Russia
Ripiegamento dal Don.
Gli ultimi giorni della Cuneense: 17-28 gennaio 1943
Il 14 gennaio 1943, reparti della 3a Armata Russa del generale K.S. Moskalenko, rompono il fronte sud dell'8a armata, occupando Kulikova e Silino. Il genarale Battisti intuisce immediatamente il pericolo e chiede l'autorizzazione a ripiegare - l'autorizzazzione viene negata -
Il 15 gennaio i Russi attaccano con carri armati il settore del XXIV corpo d'armata tedesco, (che era a sud della Julia, prima della Cuneense) sfondandolo e puntano su Rossosch, sede del Comando Alpino... In quel frangente, due Battaglioni Complemento (uno del 1° e l'altro del 2° Reggimento Alpini) appena giunti da Garessio - Cuneo (partiti il 31 dicembre erano stati formati il 20 giugno 1942, ogni Battaglione comprendeva 4 Compagnie), entrano immediatamente in battaglia, la metà di loro resterà sul campo... Nella notte i carri russi ripiegano da Rossosch
Tra il 15 e 16 gennaio i Russi attaccano la Tridentina che respinge gli attacchi, ma a nord, la 2a Armata Ungherese cede e i russi sfondano con mezzi corazzati.
Il 16 gennaio i Russi ritornano all'attacco di Rossosch con ingenti forze, alle ore 12 sono padroni della città -- Da questo momento tutto il Corpo di Armata Alpino sta per essere accerchiato e chiuso in una "sacca" - Nei tre attacchi di sfondamento, i russi usarono 754 carri armati del tipo T34. Questi carri pesavano oltre 30 tonnellate e disponevano di mitragliere pesanti e cannone da 76 mm, la loro corazza era spessa 50 mm. Il supporto dell'artiglieria consisteva in 810 bocche da fuoco, di cui 300 cannoni di grosso calibro. Gli italiani disponevano di 47 carri armati da 10 tonnellate, 132 bocche da fuoco di cui 66 cannoni. già da questi pochi dati si evince l'enorme disparita d'armamento tra i due eserciti, senza contare le armi leggere: parabellum automatici contro moschetti a 6 colpi.
Il 17 gennaio alle 16,30-17 giunge per la Cuneense l'atteso ordine di ripiegamento. I primi battaglioni a mettersi in marcia sono: il "Ceva", il "Mondovì" e il "Dronero"…durante la notte la retroguardia è fatta segno di attacchi da parte di partigiani, il "Saluzzo" infligge loro gravi perdite. Lo scopo del ripiegamento era quello di attestarsi il più velocemente possibile tra Valuijki e Rowenki, in modo da potersi schierare in difesa del fronte nord-est. Alla Tridentina e al XXIV corpo di armata tedesco, venne dato ordine di ripiegare in direzione Podgornoe-Opyt. La Cuneense con il Vicenza dovevano dirigersi verso Popovka, la Julia a nord di Rossosch.
Il 19 gennaio, alle 10 del mattino, il generale Battisti s'incontra in una casa di Popowka con il generale tedesco comandante il gruppo Rheingold. I due generali prendono la decisione di abbondanare la direzione di ripiegamento che era stata loro assegnata e di puntare su Waluiki che si ritiene non ancora in mano nemica,,,verso le sette di sera reparti russi, equipaggiati in tuta bianca e, scambiati dai nostri per tedeschi, attaccano e provocano gravi perdite alla 72a batteria gruppo "Val Po'"…la 21a del "Saluzzo" si fa massacrare sul posto e permette alla colonna di sganciarsi proseguendo il ripiegamento verso Nowo Postojalowka.
Il 20 gennaio, la Cuneense incontra alcuni reparti della Julia bloccati dai russi vicino a Nowo Postojalowka. Viene mandato il battaglione "Ceva" e il "Mondovì" all'attacco del centro abitato, le batterie del "Mondovì" vengono maciullate dai cingoli dei T34 russi, il "Ceva" viene quasi completamente annientato. I russi intimano la resa…Battisti rifiuta d'arrendersi, prima vuole tentare il tutto per uscire dalla morsa..Il generale Battisti considera che prima dell'imbrunire i russi possano ancora attaccarlo tra Nowo Postojalowka e Kolkos Kopanki, decide quindi di mandare all'attacco il "Bordo San Dalmazzo" e il "Saluzzo"…partono i due battaglioni, stanno per riuscire nell'intento, cioè attraversando una dorsale tra due piccoli villaggi…improvvisamente un violento fuoco di sbarramento infligge ai due battaglioni pesanti perdite…Tutt'intorno arrivano carri armati seguiti da fanteria russa…cadono oltre 1500 alpini.
Battisti, constatata l'impossibilità di forzare senza armi anticarro la temutissima dorsale tenta ancora la possibilità di sfuggire all'accerchiamento, i reparti della Cuneense iniziano ad abbandonare le postazioni di Nowo Postojalowka, ma le fanterie russe costituite da reparti siberiani (e quindi a loro agio nel gelo e nella neve..) attaccano nuovamente ciò che resta del battaglione "Mondovi", incaricato di proteggere il ripiegamento e il fianco della colonna. Il "Mondovi" viene completamente annientato.
Intanto i russi attaccano alle spalle i resti del 2° Reggimento Alpini, in ritirata da Kolkos Kopanki…Nella notte del 21 gennaio, la Cuneense riprende a marciare, sono rimasti in duemila dei suoi e un migliaio di sbandati provenienti da altri reparti, marciano per circa 20 ore consecutive, raggiungono Postojalvyi, alle 20 sono as Alexandrowka dove c'è ancora un piccolo presidio germanico.
Al mattino del 22 gennaio, alle ore 7,30, la Cuneense si rimette in marcia verso Nowo Karkowka; la sera dello stesso giorno raggiungono le prime case del paese.
All'alba del 23 gennaio, la Cuneense riprende il cammino…alle 14 del pomeriggio T34 russi attaccano la testa della colonna e poi si ritirano verso Krawzowka, riprende la marcia che termina a sera nel paese di Nowo Dimitriewka. Il generale Battisti chiede ora il massimo sforzo ai suoi uomini, dicendo loro che più le marce saranno lunghe, più alte saranno le probabilità di salvarsi. A mezzanotte Battisti tiene a rapporto i suoi ufficiali, la proposta è: marciare tutti insieme o cercare di uscire dalla sacca a piccoli gruppi? La risposta è tutti insieme!
Alle due di notte del 24 gennaio, riprende la marcia su due colonne, intorno alle 18, il ripegamento prende la direzione verso sud per disporsi ad attraversare il Kalitwa.
Tra l'alba e le ore 8 del 25 gennaio le due colonne sono raccolte a Rebalzin una e l'altra a Dechtjarna, in quest'ultima località carri armati russi e artiglieria pesante aprono un fuoco violentissimo, pesantissime le perdite…riprende la marcia, intorno alle ore 12 ciò che resta della colonna si congiunge con l'altra a Rebalzin. All'imbrunire dello stesso giorno, nuovamente in marcia verso Schukowo dove la colonna si imbatte in una violenta bufera di neve e di vento gelido…la colonna viaggia ora a duecento metri all'ora.
All'alba del 26, la bufera cessa, si forma una sola colonna in direzione Waluiki…La Cuneense è ora in vista di Schukowo, dal villaggio partono violente raffiche di mitragliatrici, il battaglione "Dronero" conduce l'assalto alla baionetta e mette in fuga i russi.
Riprende la marcia fino a sera senza disturbi, giunti nei pressi di Malakaiewe, altra valanga di fuoco investe la colonna. La colonna viene nuovamente divisa in due tronconi, uno sosta a Malakaiewe e l'altro a Solonzi.
All'alba del 27 gennaio riprende la marcia, nel pomeriggio i due tronconi si riuniscono, giungono nei pressi di un villaggio dove i russi li attendono, la colonna aggira il villaggio, nel contempo squadroni urlanti di cosacchi vengono all'assalto con mitragliatrici su slitte e una batteria da 122, offrono la resa, ma la Cuneense non vuole arrendersi, il generale Battisti riponde per tutti con uno sdegnoso rifiuto. Il "Dronero" nel frattempo si schiera per il combattimento costringendo l'avversario a indietreggiare.
Spunta l'alba del 28 gennaio, la Cuneense è allo stremo, in dodici giorni e undici notti ha percorso in ripiegamento circa 200 chilometri, ha marciato per 182 ore alla media di undici ore al giorno, ha sostenuto venti combattimenti, ha perso l'80% della sua fanteria e più del 50% dell'artiglieria…continua la marcia, appena superata la dorsale tra il fiume Poltawa e il Walujki un violento fuoco di artiglieria scompagina ciò che resta del Primo Reggimento, arriva al galoppo la cavalleria cosacca, gli alpini la scambiano per cavalleria amica ungherese, corrono verso di loro…i russi li avvolgono in un selvaggio carosello, li stringono al centro. Il generale Battisti è in testa all'avanguardia, quando, attraversando la strada ferrata, la cavalleria nemica sferra l'ultimo attacco, si combatte all'arma bianca, non ci sono più munizioni…è finita.
Nel Vallone di Walujki Alle ore 5,30 del 28 gennaio 1943 vengono catturati gli ultimi ufficiali superstiti della Cuneense, nel pomeriggio verranno presi gli ultimi alpini del "Borgo San Dalmazzo" del "Saluzzo" e del "Mondovì". Alla sera di quel tragico giorno, anche il "Mondovì" depose le armi.
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ORDINE DEL GIORNO
Del Comando Supremo delle Forze Armate pel ritorno della Armata del Generale Gariboldi dalla Russia
UFFICIALI, SOTTUFFICIALI, GRADUATI E SOLDATI DELL'8A ARMATA!
Nella dura lotta sostenuta a fianco delle Armate germaniche e alleate sul fronte russo, voi avete dato innumeri, decisive prove della vostra tenacia e del vostro valore. Contro le forze preponderanti del nemico vi siete battuti sino al limite del possibile e avete consacrato col sangue le bandiere delle vostre Divisioni.
Dalla "JULIA", che ha infranto per molti giorni le prime ondate dell'attacco bolscevico, alla "TRIDENTINA" che - accerchiata - si è aperta un varco attraverso undici successivi combattimenti, alla "CUNEENSE" che ha tenuto duro sino all'ultimo secondo la tradizione degli Alpini d'Italia, tutte le Divisioni meritano di essere poste all'ordine del giorno della Nazione.
Così sino al sacrificio vi siete prodigati voi, combattenti della "RAVENNA", della "COSSERIA", della "PASUBIO", della "VICENZA", della "SFORZESCA" della "CELERE", della "TORINO", la cui resistenza a Cerkowo è una pagina di gloria, e voi Camicie Nere dei Raggruppamenti "23 Marzo" e "3 Gennaio", che avete emulato i vostri camerati delle altre Unità. Privazioni, sofferenze, interminabili marce hanno sottoposto a prova eccezionale la vostra resistenza fisica e morale. Solo con un alto senso del dovere e con l'immagine onnipresente della Patria potevano essere superate. Non meno gravi sono state le perdite che la battaglia contro il bolscevismo vi ha imposto; ma si trattava e si tratta di difendere, contro la barbarie moscovita, la millenaria civiltà europea.
Ufficiali, sottufficiali, graduati e soldati!
Voi avete indubbiamente sentito con quanta emozione e con quanta incrollabile fede nella vittoria finale, il popolo italiano ha seguito le fasi della gigantesca battaglia e come esso sia fiero di voi.
Saluto al Re!
1 marzo 1943 - XX MUSSOLINI
Note that source of the Italian text is from http://www.cuneense.it/
Hi,
I am progressing a translation into English of the following Italian account detailing the last days of the Cuneense Alpine Division 17-28 January 1943. Hoping to have it completed by the end of this month on the 66th Anniversary of the battle and final retreat of the Axis on the Don 1943. My family has personal interest in this as my Gran's brother Livio Vannucci was in the Dronero battalion of 2nd Alpini Regiment Cuneo, 4th Alpine Division Cuneense. My eldest Italian aunt said that he was always writing to Nonna (my Gran), while he was posted on the River Don front near Stalingrad... then the letters just stopped coming. No official word from the Italian Army about what happened to him, so would be great if anyone else could post further info on this particular division and especially the Dronero battalion in Russia. Anyway here is the text which I am seeking to be translated at a later date - if anyone else wishes to translate before I manage it then fine by me....
4a Divisione Alpina Cuneense
Campagna di Russia
Ripiegamento dal Don.
Gli ultimi giorni della Cuneense: 17-28 gennaio 1943
Il 14 gennaio 1943, reparti della 3a Armata Russa del generale K.S. Moskalenko, rompono il fronte sud dell'8a armata, occupando Kulikova e Silino. Il genarale Battisti intuisce immediatamente il pericolo e chiede l'autorizzazione a ripiegare - l'autorizzazzione viene negata -
Il 15 gennaio i Russi attaccano con carri armati il settore del XXIV corpo d'armata tedesco, (che era a sud della Julia, prima della Cuneense) sfondandolo e puntano su Rossosch, sede del Comando Alpino... In quel frangente, due Battaglioni Complemento (uno del 1° e l'altro del 2° Reggimento Alpini) appena giunti da Garessio - Cuneo (partiti il 31 dicembre erano stati formati il 20 giugno 1942, ogni Battaglione comprendeva 4 Compagnie), entrano immediatamente in battaglia, la metà di loro resterà sul campo... Nella notte i carri russi ripiegano da Rossosch
Tra il 15 e 16 gennaio i Russi attaccano la Tridentina che respinge gli attacchi, ma a nord, la 2a Armata Ungherese cede e i russi sfondano con mezzi corazzati.
Il 16 gennaio i Russi ritornano all'attacco di Rossosch con ingenti forze, alle ore 12 sono padroni della città -- Da questo momento tutto il Corpo di Armata Alpino sta per essere accerchiato e chiuso in una "sacca" - Nei tre attacchi di sfondamento, i russi usarono 754 carri armati del tipo T34. Questi carri pesavano oltre 30 tonnellate e disponevano di mitragliere pesanti e cannone da 76 mm, la loro corazza era spessa 50 mm. Il supporto dell'artiglieria consisteva in 810 bocche da fuoco, di cui 300 cannoni di grosso calibro. Gli italiani disponevano di 47 carri armati da 10 tonnellate, 132 bocche da fuoco di cui 66 cannoni. già da questi pochi dati si evince l'enorme disparita d'armamento tra i due eserciti, senza contare le armi leggere: parabellum automatici contro moschetti a 6 colpi.
Il 17 gennaio alle 16,30-17 giunge per la Cuneense l'atteso ordine di ripiegamento. I primi battaglioni a mettersi in marcia sono: il "Ceva", il "Mondovì" e il "Dronero"…durante la notte la retroguardia è fatta segno di attacchi da parte di partigiani, il "Saluzzo" infligge loro gravi perdite. Lo scopo del ripiegamento era quello di attestarsi il più velocemente possibile tra Valuijki e Rowenki, in modo da potersi schierare in difesa del fronte nord-est. Alla Tridentina e al XXIV corpo di armata tedesco, venne dato ordine di ripiegare in direzione Podgornoe-Opyt. La Cuneense con il Vicenza dovevano dirigersi verso Popovka, la Julia a nord di Rossosch.
Il 19 gennaio, alle 10 del mattino, il generale Battisti s'incontra in una casa di Popowka con il generale tedesco comandante il gruppo Rheingold. I due generali prendono la decisione di abbondanare la direzione di ripiegamento che era stata loro assegnata e di puntare su Waluiki che si ritiene non ancora in mano nemica,,,verso le sette di sera reparti russi, equipaggiati in tuta bianca e, scambiati dai nostri per tedeschi, attaccano e provocano gravi perdite alla 72a batteria gruppo "Val Po'"…la 21a del "Saluzzo" si fa massacrare sul posto e permette alla colonna di sganciarsi proseguendo il ripiegamento verso Nowo Postojalowka.
Il 20 gennaio, la Cuneense incontra alcuni reparti della Julia bloccati dai russi vicino a Nowo Postojalowka. Viene mandato il battaglione "Ceva" e il "Mondovì" all'attacco del centro abitato, le batterie del "Mondovì" vengono maciullate dai cingoli dei T34 russi, il "Ceva" viene quasi completamente annientato. I russi intimano la resa…Battisti rifiuta d'arrendersi, prima vuole tentare il tutto per uscire dalla morsa..Il generale Battisti considera che prima dell'imbrunire i russi possano ancora attaccarlo tra Nowo Postojalowka e Kolkos Kopanki, decide quindi di mandare all'attacco il "Bordo San Dalmazzo" e il "Saluzzo"…partono i due battaglioni, stanno per riuscire nell'intento, cioè attraversando una dorsale tra due piccoli villaggi…improvvisamente un violento fuoco di sbarramento infligge ai due battaglioni pesanti perdite…Tutt'intorno arrivano carri armati seguiti da fanteria russa…cadono oltre 1500 alpini.
Battisti, constatata l'impossibilità di forzare senza armi anticarro la temutissima dorsale tenta ancora la possibilità di sfuggire all'accerchiamento, i reparti della Cuneense iniziano ad abbandonare le postazioni di Nowo Postojalowka, ma le fanterie russe costituite da reparti siberiani (e quindi a loro agio nel gelo e nella neve..) attaccano nuovamente ciò che resta del battaglione "Mondovi", incaricato di proteggere il ripiegamento e il fianco della colonna. Il "Mondovi" viene completamente annientato.
Intanto i russi attaccano alle spalle i resti del 2° Reggimento Alpini, in ritirata da Kolkos Kopanki…Nella notte del 21 gennaio, la Cuneense riprende a marciare, sono rimasti in duemila dei suoi e un migliaio di sbandati provenienti da altri reparti, marciano per circa 20 ore consecutive, raggiungono Postojalvyi, alle 20 sono as Alexandrowka dove c'è ancora un piccolo presidio germanico.
Al mattino del 22 gennaio, alle ore 7,30, la Cuneense si rimette in marcia verso Nowo Karkowka; la sera dello stesso giorno raggiungono le prime case del paese.
All'alba del 23 gennaio, la Cuneense riprende il cammino…alle 14 del pomeriggio T34 russi attaccano la testa della colonna e poi si ritirano verso Krawzowka, riprende la marcia che termina a sera nel paese di Nowo Dimitriewka. Il generale Battisti chiede ora il massimo sforzo ai suoi uomini, dicendo loro che più le marce saranno lunghe, più alte saranno le probabilità di salvarsi. A mezzanotte Battisti tiene a rapporto i suoi ufficiali, la proposta è: marciare tutti insieme o cercare di uscire dalla sacca a piccoli gruppi? La risposta è tutti insieme!
Alle due di notte del 24 gennaio, riprende la marcia su due colonne, intorno alle 18, il ripegamento prende la direzione verso sud per disporsi ad attraversare il Kalitwa.
Tra l'alba e le ore 8 del 25 gennaio le due colonne sono raccolte a Rebalzin una e l'altra a Dechtjarna, in quest'ultima località carri armati russi e artiglieria pesante aprono un fuoco violentissimo, pesantissime le perdite…riprende la marcia, intorno alle ore 12 ciò che resta della colonna si congiunge con l'altra a Rebalzin. All'imbrunire dello stesso giorno, nuovamente in marcia verso Schukowo dove la colonna si imbatte in una violenta bufera di neve e di vento gelido…la colonna viaggia ora a duecento metri all'ora.
All'alba del 26, la bufera cessa, si forma una sola colonna in direzione Waluiki…La Cuneense è ora in vista di Schukowo, dal villaggio partono violente raffiche di mitragliatrici, il battaglione "Dronero" conduce l'assalto alla baionetta e mette in fuga i russi.
Riprende la marcia fino a sera senza disturbi, giunti nei pressi di Malakaiewe, altra valanga di fuoco investe la colonna. La colonna viene nuovamente divisa in due tronconi, uno sosta a Malakaiewe e l'altro a Solonzi.
All'alba del 27 gennaio riprende la marcia, nel pomeriggio i due tronconi si riuniscono, giungono nei pressi di un villaggio dove i russi li attendono, la colonna aggira il villaggio, nel contempo squadroni urlanti di cosacchi vengono all'assalto con mitragliatrici su slitte e una batteria da 122, offrono la resa, ma la Cuneense non vuole arrendersi, il generale Battisti riponde per tutti con uno sdegnoso rifiuto. Il "Dronero" nel frattempo si schiera per il combattimento costringendo l'avversario a indietreggiare.
Spunta l'alba del 28 gennaio, la Cuneense è allo stremo, in dodici giorni e undici notti ha percorso in ripiegamento circa 200 chilometri, ha marciato per 182 ore alla media di undici ore al giorno, ha sostenuto venti combattimenti, ha perso l'80% della sua fanteria e più del 50% dell'artiglieria…continua la marcia, appena superata la dorsale tra il fiume Poltawa e il Walujki un violento fuoco di artiglieria scompagina ciò che resta del Primo Reggimento, arriva al galoppo la cavalleria cosacca, gli alpini la scambiano per cavalleria amica ungherese, corrono verso di loro…i russi li avvolgono in un selvaggio carosello, li stringono al centro. Il generale Battisti è in testa all'avanguardia, quando, attraversando la strada ferrata, la cavalleria nemica sferra l'ultimo attacco, si combatte all'arma bianca, non ci sono più munizioni…è finita.
Nel Vallone di Walujki Alle ore 5,30 del 28 gennaio 1943 vengono catturati gli ultimi ufficiali superstiti della Cuneense, nel pomeriggio verranno presi gli ultimi alpini del "Borgo San Dalmazzo" del "Saluzzo" e del "Mondovì". Alla sera di quel tragico giorno, anche il "Mondovì" depose le armi.
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ORDINE DEL GIORNO
Del Comando Supremo delle Forze Armate pel ritorno della Armata del Generale Gariboldi dalla Russia
UFFICIALI, SOTTUFFICIALI, GRADUATI E SOLDATI DELL'8A ARMATA!
Nella dura lotta sostenuta a fianco delle Armate germaniche e alleate sul fronte russo, voi avete dato innumeri, decisive prove della vostra tenacia e del vostro valore. Contro le forze preponderanti del nemico vi siete battuti sino al limite del possibile e avete consacrato col sangue le bandiere delle vostre Divisioni.
Dalla "JULIA", che ha infranto per molti giorni le prime ondate dell'attacco bolscevico, alla "TRIDENTINA" che - accerchiata - si è aperta un varco attraverso undici successivi combattimenti, alla "CUNEENSE" che ha tenuto duro sino all'ultimo secondo la tradizione degli Alpini d'Italia, tutte le Divisioni meritano di essere poste all'ordine del giorno della Nazione.
Così sino al sacrificio vi siete prodigati voi, combattenti della "RAVENNA", della "COSSERIA", della "PASUBIO", della "VICENZA", della "SFORZESCA" della "CELERE", della "TORINO", la cui resistenza a Cerkowo è una pagina di gloria, e voi Camicie Nere dei Raggruppamenti "23 Marzo" e "3 Gennaio", che avete emulato i vostri camerati delle altre Unità. Privazioni, sofferenze, interminabili marce hanno sottoposto a prova eccezionale la vostra resistenza fisica e morale. Solo con un alto senso del dovere e con l'immagine onnipresente della Patria potevano essere superate. Non meno gravi sono state le perdite che la battaglia contro il bolscevismo vi ha imposto; ma si trattava e si tratta di difendere, contro la barbarie moscovita, la millenaria civiltà europea.
Ufficiali, sottufficiali, graduati e soldati!
Voi avete indubbiamente sentito con quanta emozione e con quanta incrollabile fede nella vittoria finale, il popolo italiano ha seguito le fasi della gigantesca battaglia e come esso sia fiero di voi.
Saluto al Re!
1 marzo 1943 - XX MUSSOLINI
Note that source of the Italian text is from http://www.cuneense.it/